2011

Cambogia: il paese del sorriso

La Cambogia è un antico paese molto giovane.

Dal 1975 al 1995 un’assurda guerra civile ha sterminato un terzo della popolazione. Oggi la metà dei circa 7 milioni di Cambogiani ha meno di 20 anni e la voglia di vivere e di ricostruire il paese è evidente.

Le persone sono oltremodo gentili, sembra esserci lavoro per tutti e tutto sembra essere gestito dai giovani. Sono giovani le persone che fanno funzionare gli alberghi, che affittano motorini e biciclette, che organizzano viaggi per terra e per mare. Migliaia di giovani, donne e uomini, riparano motori, elettrodomestici, barche, costruiscono cancelli di ferro e porte di legno, mobili e utensili;  cucinano e servono cibi saporiti, ben presentati, buoni; coltivano campi e risaie, allevano animali, pescano nei fiumi, nei laghi, nel mare; allestiscono ovunque bar e ristoranti semplici ma accoglienti, con materiali naturali ed originalità estetica. 

 

La capitale

Phnom Penh è una città in grande trasformazione, situata alla confluenza di tre fiumi, di cui uno, il Mekong di grande portata e impressionante estensione.

Vecchie meravigliose case di legno resistono per ora all’avanzata di massicce e brutali torri e ai soliti cubi abitativi di cemento, quasi sempre orribili ma con qualche lodevole eccezione che integra nel nuovo stilemi, fregi e dettagli della tradizione.

Di giorno si lavora, si comincia all’alba e ci si ferma verso il tramonto, dove i ragazzi si concedono un’oretta di gioco, passeggiate, chiacchiere, musica, birra... contemporaneamente si prepara la cena e si rassetta la vita del giorno con le sue attività (che spesso si svolgono nello stesso edificio-casa-stanza) per prepararsi alla notte. La notte è calma e maestosa e in questo senso davvero antica.

 

  • Virginio Briatore
  • Virginio Briatore

  • Virginio Briatore

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