1976

Abbandono

Eravamo troppo amici, José ed io. Un’amicizia viscerale, animale, nata sui grigi banchi di scuola dai preti e poi continuata nelle aule ruggenti della Facoltà di Lettere, negli anni di piombo 1975-76-77. Troppe risate, canzoni, fughe, ribellioni, viaggi, amori e tragedie condivise… prima e dopo la maturità, prima e dopo i vent’anni. Eravamo entrambi fuori posto, due orfani di padre… lui era nato a Buenos Aires… mi raccontava della sua infanzia felice, nei quartieri popolari, di tetto in tetto come i gatti. Mi ha introdotto allo Yoga e alla musica: Janis Joplin, Frank Zappa, Miles Davis, Guccini, De André, la PFM.. Lui era figlio unico, mia madre gli voleva molto bene, come la sua a me. Poi qualcosa ho sbagliato… ero troppo presente nella sua vita, nelle sue relazioni sentimentali, troppo ‘dentro’ la sua famiglia?? Così quando lui, verso il 1977 decise di ‘fare il vuoto’ attorno a se, di sparire dalla circolazione io fui il primo a restare all’oscuro. Nessuno ne sapeva niente. Poi sapemmo che andò in Inghilterra, in India… un paio di anni… poi ricomparve. Ma non l’ho più rivisto. Ho sempre rispettato la sua scelta e al tempo stesso una parte di me non l’ha mai accettata: la perdita della sua-nostra amicizia è una delle inconsolabili tristezze della mia vita.
Foto mia, a Menerbes, in Provenza.

  • Virginio Briatore